Festa della Repubblica
2 giugno 2023
Ragazze e ragazzi, giovani donne e giovani uomini,
mi perdonerete se in questo breve testo userò il maschile generico.
È una consuetudine grammaticale della lingua italiana e nulla toglie al rilievo assoluto che ha il femminile fuori e dentro ciascuno di noi.
Io non so se a scuola, in tanti anni, dall’asilo al termine del liceo, vi è stato testimoniato che non si può vivere solo per se stessi. Non so se “noi scuola”, con tutti i nostri difetti di persone e di istituzione, siamo riusciti a trasmettervi la passione che abbiamo per voi, la motivazione che muove i nostri passi (spesso incerti) nello sforzo di dare a voi un presente e un futuro degno e di dare al mondo voi stessi in regalo, nella vostra forma migliore.
Perché il mondo ha bisogno di ciascuno di voi: della presenza di ciascuno, della creatività e della libertà di ciascuno, della sensibilità di ciascuno, dell’impegno di ciascuno, della bontà e della bravura di ciascuno, dell’amore di ciascuno, del senso di giustizia di ciascuno di voi.
Però credo anche che oggi sia più alto che mai il rischio che accada a voi quello che è accaduto già a qualcuno di noi: di trovarsi cioè di fronte a sfide talmente grandi, da rinunciare a combatterle; di avere grandi ideali, grandi obiettivi, ma non trovare da che versante aggredire la montagna. È un effetto collaterale della ricchezza di informazioni e stimoli di cui veniamo quotidianamente bombardati. L’inquinamento e il riscaldamento globale, la fame, guerre e crudeli dittature si affastellano in disordine sui social accanto agli outfit della Ferragni e a gattini che guidano il trattore...
Permettetemi allora di darvi un piccolo consiglio da anziano: trovate la vostra lotta, trovate il vostro impegno e trovate il vostro angolo di mondo da migliorare, trovate una, due persone da aiutare, una causa intelligente da perseguire. Trovatela ed impegnatevi come de da quella dipendesse la salvezza dell’umanità perché da ognuna e ognuno di voi dipende davvero la salvezza dell’umanità. A pochi giorni dal centenario di Don Milani (aveva proprio la stessa età del nostro Liceo) mi permetto di fare mio il suo motto: non siate indifferenti! se non volete che la vita vi diventi indifferente.
Vi auguro - ora e in futuro, usciti di qui - di lasciare il segno. Non necessariamente un segno grande, ingombrante, prepotente. Semplicemente - lì dove sarete - il vostro segno, perché ognuna di voi, ognuno di voi va bene esattamente com’è, basta sia se stessa, se stesso.
Giovani donne, giovani uomini, buona festa della “res publica”!
Il vostro preside Carlo Marzolo