Ippolito Nievo


Cenni biografici

Ippolito Nievo nacque a Padova il 30 novembre 1831. Trascorse l'infanzia ad Udine, dove la sua famiglia si trasferì nel 1837, e, nei periodi di vacanza, nel vicino Castello di Colloredo di Montalbano, un luogo che rimarrà a lungo nell'immaginario del Nievo scrittore.

Dal '44 fu a Verona per compiere gli studi ginnasiali e qui avvenne la sua scoperta dei grandi autori romantici, quali Byron, Foscolo, Manzoni, e dei grandi successi letterari , come Balzac, Sand e Rousseau. Dal 1849, anno in cui si trasferì prima a Crema e poi a Pisa per completare gli studi, venne a contatto con l'ideologia mazziniana, grazie alla quale seppe fondere le diverse suggestioni romantiche e democratiche che in quegli anni lo avevano influenzato. Nel 1851 si iscrisse ai corsi di giurisprudenza dell'Università di Pavia, corsi che completò nel '55 a Padova.

Nel contempo erano già apparse le sue prime prove letterarie (il saggio Studi sulla poesia popolare massimamente in Italia è del 1854, così come la rappresentazione del suo dramma Gli ultimi anni di G. Galilei) ed il Nievo, appena laureato, decise di dedicarsi totalmente alla letteratura ed al giornalismo, andando contro la volontà del padre che lo voleva notaio. Fu così che iniziarono le collaborazioni con giornali di provincia (La Lucciola di Mantova; L'Annotatore friulano di Udine), sui quali pubblicò delle novelle ispirate alla vita di campagna, della quale iniziò a difendere le usanze, le tradizioni ed i costumi nei confronti delle accuse borghesi di rozzezza e di ignoranza.

Il leit motiv del mondo contadino subì diversi cambiamenti all'interno della maturazione teorica e poetica del Nievo: dalla trasfigurazione idilliaca del Friuli agreste nel Conte pecoraio (1857), alla pungente descrizione delle reali condizioni delle plebi contadine ne Le confessioni d'un italiano, il suo maggior romanzo, scritto tra il 1857 e il '58. Riguardo alla questione contadina lo scrittore si pose sempre al di fuori delle logiche paternalistiche (di derivazione manzoniana) tipicamente borghesi e mise invece l'accento sulle cause storico-politiche (l'oppressione straniera, l'assolutismo oligarchico, la dominazione ideologica della Chiesa) e sulle questioni economico-sociali.

Del 1858 sono la pubblicazione della raccolta di poesie Le lucciole ed il trasferimento a Milano. Nel 1859, a Torino, si arruolò tra i cacciatori a cavallo di Garibaldi, coi quali combatté a Varese e a San Fermo ed in seguito fu tra le fila di Bixio a Padonello. Dopo la pace di Villafranca scrisse l'opuscolo Venezia e la libertà d'Italia e si stabilì nella casa di Fossato, non più in terra austriaca. L'anno seguente fece parte dei Mille che sbarcarono a Marsala, dove si guadagnò il titolo di preposto all'Intendenza da parte Garibaldi, e dove diede alle stampe gli Amori garibaldini. Nel 1861, dopo aver ottenuto una licenza (che passò a Milano con la madre), si recò in Sicilia.

Morì durante la traversata di ritorno, in seguito al naufragio del postale sul quale viaggiava.

Nota biografica a cura di Maria Agostinelli.

 

Le confessioni d'un Italiano

Pubblicato postumo nel 1867 a Firenze con il titolo Le confessioni di un ottuagenario (per volere dell’editore, che non desiderava farlo passare per una "pappolata politica"), il romanzo Le confessioni d'un italiano fu iniziato nel dicembre 1857 e terminato, per quanto possiamo dedurre da una lettera dell’autore, il 16 agosto 1858. La vicenda si risolve nella narrazione della vita dell’80enne Carlo Altoviti, intenzionato a lasciare ai posteri una diretta testimonianza degli eventi susseguitisi dalla metà del XVIII secolo alla metà del XIX. Le confessioni d'un italiano è il romanzo maggiore di Ippolito Nievo, ma solo nel 1931 se ne ebbe una versione critica, a cura di F. Palazzi, edita col titolo originale.